APRILE 2020, COVID-19, TRINCEA LINEA 222, NON CI SIAMO MAI FERMATI: ho trovato altri pezzi di storia lucchese dopo una ricerca sulle unità di misura dovuta ad un "diverso punto di vista" con il direttore dove lavoro, dovuta ad una diversa sensibilità e percezione della distanza sociale di un metro al tempo del covid 19 dove a battuta affermavo che a Lucca e circondario sono tante le unità di misura e che non bisognava fossilizzarsi sui 99 o 101 cm (la risposta è stata chiara e tassativa: sono un ingegnere e per me un metro è un metro)...ricordo che "i lucchesi hanno le braccine corte" ad indicare che sono tirchi, braccio lucchese unità di misura.
Nel IV libro dello Statuto della Corte dei Mercanti si trovano le norme di fabbricazione dei drappi che appaiono divisi In quattro gruppi :
1) I baldacchini, drappi intessuti di seta, oro e argento per ornamenti reali e arredi sacri.
2) Velluti di qualità superiori e inferiori e velluti operati a più teli.
3) Zettami forti e leggeri che dovevano essere dello spessore uguale sia alle testate che al mezzo.
4) Zendali stretti e larghi, drappi molto leggeri come veli.
Per ognuno di questi tipi di stoffe è prescritto il minimo della lunghezza, della larghezza e del peso. Gli zendali erano di due misure stretti di ventiquattro braccia e larghi di dodici e dovevano essere misurati con la canna dell'arte i cui esempi si osservano sulla facciata tra la porta maggiore e quella minore di destra della Chiesa di S. Cristoforo in cui convenivano i mercanti di Lucca e dove risiedeva il console e la magistratura di essi: Croce utilizzata per misurare le stoffe situata sulla facciata della Chiesa di S. Cristoforosono due spranghette di ferro, logorate dal tempo e dalla ruggine, una più larga dell'altra circa il doppio, ed accanto ad esse si distinguono queste parole : "Vampiezza dei pettini e templiati larghe e strette A.D. MCCLXXXXVI tempore D. Johia de Sangimignano". Era una severa prescrizione a cui dovevano attenersi I testori che dovevano usare pettini e templiali di quella dimensione.
sulla facciata della chiesa di San Cristoforo, Lucca |
antica tabella di conversione restaurata e presente a Palaia |
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