allevamento amatoriale di riproduttori iscritti al registro anagrafico della specie cunicola - (D.M. 20251 del 07 02 03)



conservazione, selezione, miglioramento di razze avicole allevate in purezza. dal giugno 2015 socio dell' "associazione avicoltori toscana (ATA)". visitate inoltre www.movimentoavicolo.blogspot.it per maggiori informazioni.


è possibile l'incontro con l'allevatore durante le manifestazioni segnalate nella casella "manifestazioni e date importanti"



contatta per e-mail per avere informazioni
( geriniandrea@yahoo.it )

richiedete SEMPRE il certificato anagrafico dei conigli acquistati, è l'unico strumento che attesti l'iscrizione al registro anagrafico e lo stato di razza pura del soggetto, è il valore aggiunto al coniglio e non costa nulla. i soggetti tatuati LU33 sono acquistabili solo da me o alle mostre ANCI, non li troverete MAI da commercianti


in fondo al blog trovate una serie di link a siti per me molto utili (da siti tematici sui conigli a siti di comune utilità per la mia attività)


mercoledì 9 marzo 2016

anche questa è storia

31 marzo 1996

I sintomi ènno che ni cresce lo recchi pelosi e a qualcheduno né spuntato anche le corna
E ora si disfonde la grave pedimia del  Conigliolo Scemo

Si disfonde a San Lorenzo a Vaccoli la grave pidemia del Conigliolo Scemo: è polemica. La quale per via de importazione clandestina d’un gabbion de coniglioli pisani affetti dalla terribile “biscariosi convulsiva”, essi coniglioli laddove mangiati anche in umido sono pericolosissimi della salute in quanto chi li mangia danno luogo nell’uomo (e nella donna femminile) alla tremenda sindrome del Conigliolo Scemo la quale si manifesta che uno si sente male spece la pancia e vomita una betoniera di roba e poi ni viene una caona terificante; altri sintomi ‘enno che ni cresce lo recchi pelosi come a’ colignori e di mangiare l’erba ner campo, senonchè a qualcheduno né spuntato anche le corna per via che ha trovato la moglie a letto cor ganzo bensì che invece forse trattasi del morbo der Peoro Imbufalito anchesso provenente dal Pisano, nota terra di malanni.
Le Utorità Sanitarie sono all’ertate perunque che da lapposita squadra de volontari vien fatto un controllo sul tappeto e anche sulla mochette di tutti i conigliori residenti infilandoli un dito ne lo refizio di dietro der tambao per sentì se cè ir bacillo; ner caso che c’è, il culignoro malato essi lo mazzano in forma indoloriffica stiacciandolo  co la gippe, se invece non cè lo fanno fritto o alla cacciatora col ulive che è il meglio mangiare. 
Grande sgomento ner ridente (ma cosa ridi?) paesino di San Lorenzo, la quale il conigliolo era una delle principali ri sorse da levamento e inoltre una bestia quasi umana  che ni mancherebbe soltanto la parola e poi poteva anco fare la sessore; esso animale è anche molto passionista parecchio dello zebamento co la coniglia donna perunque che quando s’incontrano ni danno subito sotto come conigli, da cui il nome.
Esso bestia è noto anche per la sua pelle detta di conigliolo la quale ci si fanno anche pregiate pellicce dette lapèn che ce là anche la mi mamma ar collo del soprabito regalato dar mi’ babbo per Natale dicendoni che era visone nasegna der Volga.
Intanto sé formato un Comitato la quale allo scopo di rivendicare una zione unitaria su la tutela del coniglio-lo anche ner quadro monetario di Mastrich e sono rivati un’adelegazione di Coniglieri Uropei  da Bruxelle per un sopraluogo allo stallino di Meone indove che si stanno conducendo interessanti  sperimenti d’incrocio co suini maialistici pe ottenere il Porcoconigliolo, la prima vera bestia uropea del mercato comune.

Ma però che la popolazione essi sono allarmati dalla paura e la gente non mangià più il conigliolo, che invece al noto ristorante turistico “Mio Mao” situato alla ruga dopo la paltino laddove ci vanno in gite dei pisani a camionate tutte le domeniche il gestore Ciccio Unghienere  ha dichiarato “non cè da spaventarsi del rischio der contagio del Conigliolo Scemo, la quale il mio ristorante, da più di vent’anni  specialistico nei mangiari di coniglio, ha sempre usato gatti di primissima qualità macellati in proprio e così continueremo per il futuro!”



satira lucchese, sconosciuto (per il momento) l'autore, ritrovato su una parte di rivista nella sala d'attesa del dottore, satira su un fatto successo negli anni '90 in un ristorante fuori dal foro tra lucca e pisa di cui ormai le giovani generazioni non hanno più memoria.